martedì 18 novembre 2008

IN VIAGGIO CON IL PENSIERO:


IN VIAGGIO CON IL PENSIERO:

il pensiero, il pensato, il pensatore, un percorso bio-psico-filologico della mente umana.

Premessa:
partendo dall'assunto che non vi è nè un Inizio nè una Fine, bensì un inizio della fine e una fine dell'inizio, considerando la ciclicità dei fenomeni naturali del mondo classico, mi propongo di condurre ciò che oggi viene definita psicologia a ritroso, in un viaggio verso le proprie origini, passando per la fisiologia, arrivando alla filosofia, utilizzando le scoperte della fisica quantistica per spiegare in modo semplice il viaggio della coscienza umana attraverso il mondo del pensiero, e di come questo possa essere considerato non solo proprio della mente umana, ma appartenente anche all'ambiente esterno dall'uomo.
Definire dunque l'interazione tra il paesaggio interiore umano, rappresentato fisicamente dal sistema nervoso, e quello esteriore dei fenomeni, rappresentato dal contesto naturale e sociale, cercando di rispondere in modo semplice ai quesiti cosa? chi? come? dove? quando? perchè? è l'obbiettivo principale di questa ricerca. L'obbiettivo secondario si propone invece di incuriosire il lettore, affinchè questi possa interrogarsi sulla natura del proprio pensare e sulla natura degli eventi che "accadono" nella sua sfera personale, nel contesto in cui vive e, allargando la visuale, nel mondo intero, augurandosi che Egli possa sperimentare in prima persona, coscientemente, la natura del Pensiero Vivo, capendo la responsabilità che ne deriva, senza per questo privarsi della gioia che tale scoperta può procurare.
Buon viaggio! :)

COSA?

Prendendo come soggetto il Pensiero vorrei trovare una definizione che lo potesse contestualizzare in un ambiente per natura ostile, come quello della mente umana. Definisco quest'ultima "ambiente ostile" per il fatto che al suo interno, un pensiero, per poter sopravvivere e trovare quindi una rete neuronale che lo fissi, analogamente all'uomo e all'ambiente in cui egli vive, esso deve potersi adattare. Deve trovare quindi delle "credenze", delle informazioni, delle memorie che gli permettano di creare un concetto, di rendersi quindi visibile alla coscienza. Non sempre un pensiero trova dei dati, delle consuetudini che gli permettano di concretizzarsi in un processo sinaptico stabile. Tra le definizioni della parola pensiero che ho trovato sul dizionario della lingua italiana, quella che a mio parere meglio la descrive, ai fini della nostra contestualizzazione è la seguente: il contenuto di ogni singolo atto del pensare, del riflettere, immaginare.
Ciò che al giorno d'oggi più si avvicina alla definizione epistemica, (episteme=scienza esatta secondo Platone), di Pensiero, lo propone la fisica quantistica, definendo tutta la materia "pensiero collassato". Premettendo che secondo la visione quantistica del mondo la materia è vuota, vacua, possiamo arrivare a dare una forma fisica al pensiero. Il pensiero viene proiettato sottoforma d'immagine olografica, a volte ricca di suoni, sapori, odori, sensazioni tattili, a livello del lobo frontale del cervello. Più ricco di particolari è il pensiero più il nostro corpo lo percepisce come reale. I sogni ne sono una tangibile testimonianza. Le informazioni che ci permettono di vivere questi pensieri sono le stesse che ci permettono di percepire il mondo esterno. Ora, secondo la teoria delle superposizioni, il pensiero esiste in una dimensione subatomica ad infiniti livelli di possibilità. Attraverso i sensi l'uomo, nel ruolo dell'osservatore, elaborando i dati alla velocità di 400 miliardi d'informazioni al secondo, (a livello conscio solo 2ooo di esse), manifesta l'osservato in base alle credenze, alle conoscenze, alle informazioni che sono nate e cresciute con lui.



DOVE?

I sostenitori delle teorie alla cui base si pone la genetica vedono l'uomo come l'espressione di un codice genetico che si esprime a livello biologico, psicologico e sociale. Questi fattori sembrano influenzarsi reciprocamente durante l'intera fase vitale dell'uomo, assumendo ognuno un ruolo da protagonista, nelle diverse fasi che lo portano dalla nascita alla morte.
Il corredo genetico unico per ogni individuo, anche se con peculiarità comuni, pone le basi per lo sviluppo delle caratteristiche specie-specifiche dell'uomo. Nel proprio Dna l'uomo possiede capacità di conoscenza e adattamento non comuni a nessun altro essere vivente sul nostro pianeta. Il proprio patrimonio genetico determina la struttura neurale e le potenzialità del nostro cervello, ma l'esperienza e l'interazione con l'ambiente esterno ne favoriscono il pieno sviluppo o il deterioramento. Lo sviluppo dei processi cognitivi quali il linguaggio, la memoria, la capacità di apprendimento, avvengono in fasi precise del ciclo vitale umano, le quali precludono la possibilità di tale sviluppo al di fuori di esse, dove può avvenire solo parzialmente. Il contesto sociale in cui ciò avviene determina il grado di sviluppo di tali potenzialità. L'aggettivo Ecologico definisce in molti modelli teorici di psicologia moderna, la necessità di comprendere i comportamenti umani contestualizzandoli.
Le Doux afferma : " Tu sei le tue sinapsi. Esse sono chi sei Tu".

COME?

Definire un Sè sinaptico significa dare un identità biologica alla mente umana.
L'uomo interagisce con l'ambiente attraverso la mediazione del Sistema Nervoso, il quale si suddivide in Sistema Nervoso Centrale e Sistema Nervoso Periferico. Il S.N.C. comprende midollo, tronco, cervelletto ed encefalo, ilS.N.P. comprende un elaborata rete di nervi che, diramandosi dal S.N.C. raggiungono tutte le parti del corpo. Il S.N.P. si suddivide ulteriormente in due: sistema somatico che regola l'attività dell'apparato scheletrico, e sistema autonomo che controlla visceri, muscoli lisci del sistema digestivo, vasi sanguigni e muscolatura. Il sistema autonomo suddividendosi ancora in sistema simpatico, (funzione attivante), e parasimpatico o neurovegetativo, (funzione inibente), regola l'omeostasi generale del corpo. I 5 sensi, rilevando le informazioni dall'ambiente esterno, eccitano il sistema nervoso che invia impulsi bioelettrici al cervello, dove vengono elaborati e tradotti in informazioni. Il cervello si è evoluto nel corso di 40 milioni di anni sviluppando quelle aree deputate all'intelletto a discapito di quelle preposte alle sensazioni e all'istinto. Il neurone è la cellula fondamentale del cervello ed è attraverso di esso che avviene il passaggio d'informazioni che permettono l'attività del pensare. Il corpo cellulare che forma il neurone, possiede un nucleo come le altre cellule, ma la sua membrana è formata da molte diramazioni che si suddividono in assoni e dendriti. Attraverso l'assone, il quale possiede una guaina mielinica che rivestendolo lo isola, l'informazione viaggia sottoforma di filamenti proteici veicolati da un impulso elettrico che li fa scorrere lungo dei microtubuli, anch'essi formati da proteine, i quali assomigliano a dei binari. Attraverso di essi i filamenti raggiungono la parte terminale dell'assone, dove vengono elaborati da particolari enzimi che li avvolgono in vescicole trasformandoli in neurotrasmettitori. Le vescicole sorpassano la membrana nella fessura sinaptica rilasciando i neurotrasmettitori che possedendo una particolare carica elettrica vengono attirati dai dendriti recettori con carica opposta del neurone ricevente. Le informazioni vengono passate così da un neurone all'altro fissando una rete neurale, che permetterà di esperire determinati pensieri e particolari emozioni legate all'interpretazione di questi, basata su memorie e vissuti riconosciuti dal sistema sinaptico.

QUANDO?

Dal mito della caverna platonica alla forma-non forma buddista, passando per il pleroma gnostico al divenire taoista, interpretando le parabole cristiane e le massime sufi, arrovellandoci sui koan zen e i miti industi, meravigliandoci davanti alla perfezione matematica della cabala ebraica, non si può fare a meno di notare che quando l'uomo scava dentro di Sè per cercare le chiavi di una conoscenza perduta che possa rispondere ai quesiti fondamentali come: chi sono? perchè sono? da dove vengo?, egli giunge sempre a una conclusione: L'essere umano fa parte di un mondo di idee, espresse attraverso un Verbo, quindi una conoscenza, un linguaggio, propri di un Essere Superiore, che pervade la sua Creazione con la Coscienza-conoscenza di Sè stesso. Se l'essere umano è egli stesso frutto di un idea, di un pensiero, può essere forse il veicolo attraverso il quale il Primo pensatore, l'Osservatore fa esperienza del ricordo di Sè?

CHI?

In conclusione, chi è il Pensatore? C'è una sostanza fondamentale che fa oscillare gli elettroni attorno al nucleo di un atomo, che ci fa apparire questo mondo come tale, che ci rende simili al nostro interno, negli atomi, e che ci rende unici nella nostra manifestazione, nell'insieme di personali credenze che, attivando le reti neurali, formano le nostre personalità. Questa sostanza può essere la coscienza? L'osservatore? Il pensatore in ultima analisi è il pensato, in quanto esso s'identifica con la propria personalità, frutto di modelli sinaptici. Penso quindi che, attraverso le meravigliose scoperte delle scienze di frontiera, il Pensiero sia diventato forma tangibile solida e reale. Ciò che non ha forma e non è ancora tangibile, se non attraverso la decostruzione del pensiero e della personalità, è ciò che lo anima. Quella Coscienza Superiore che siamo, ma con la quale con troppa facilità dimentichiamo di identificarci, il nostro Non-essere. Perchè se fossimo Veramente, non potremmo più permetterci il lusso di fingere di Essere.

1 commento:

capo11 ha detto...

beh... la conclusione è spettacolare!!! molto bello come post. bravissimo!