domenica 8 giugno 2008

Follia


Ciò che viene comunemente etichettato come insana follia, aberrazione mentale, malattia della mente, potrebbe essere la reazione dell'essere umano di fronte a Sè stesso, alle proprie paure, alla sconsiderata crudeltà del Mondo che opprime ogni slancio di Essenza? Non saprei. So che chi ha vissuto l'istituzione manicomiale in prima persona, sulla propria pelle, ha potuto sperimentare la schiavitù a tutto tondo: da una parte la propria mente coi fantasmi e le paure, reazioni di un indifeso d'innanzi ai soprusi delle persone una volta care, poi perdute per sempre dietro l'oblio della Violenza, spesso veste lisa di un disperato gesto d'amore, dall'altra la crudeltà del sadismo umano riversato gratuitamente da miseri personaggi responsabili delle nefandezze che il Matto legato, derubato, leso nell'onore e nella dignità, privato dell'uso della ragione dalla pratica elettroscioccante e dai cocktail farmacologici, privato della proprietà di se stesso, ha subito.
Ora le cose sono cambiate. Una cosa sembra essere rimasta. La Paura. Paura del diverso, del buio che dal pozzo nero dell'inconscio si palesa nello sguardo del Pazzo. Io provo ansia nell'affrontare questa paura, ma l'affronto. Il bacio bavoso di un uomo, umile gesto d'affetto che tutti sembrano rifiutare, può mettere in relazione chi lo riceve con tutto l'amore mancato a questo uomo che, da vecchio sta cercando di recuperare la sua infanzia, derubata dal rifiuto dei cari e di chi sà giudicare un folle come tale. Accetto la follia come parte del mio essere, e il Matto non mi sembra poi più così lontano.
Giuseppe Bezzuoli, Follia che guida il carro di Amore Olio su tela - 1840

1 commento:

capo11 ha detto...

figo questo post!!! mi è piaciuta un sacco la parte finale!!